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Martedì 30 gennaio

IV settimana dopo l’Epifania

Lettura del Vangelo secondo Marco           

In quel tempo. Il Signore Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Marco pone con grande evidenza lo stupore e lo scandalo dei concittadini di Gesù, perché ne conoscono le origini, la famiglia, il lavoro e al tempo stesso colgono una sapienza di cui sfugge la provenienza. È lo scandalo permanente di fronte all’incarnazione di Gesù, che ha assunto la nostra debolezza, povertà e fragilità. È impossibile pensare che Dio si faccia povero e debole, per condividere la nostra storia. Quando pensiamo al divino, ci rivolgiamo sempre a un mondo straordinario, che opera al di sopra e al di fuori delle nostre misure, a cui chiediamo interventi spettacolari, capaci di cambiare la nostra vita. Non è questo il Dio che si rivela in Gesù Cristo, la cui onnipotenza si rivela nell’impotenza della croce. È lì che si rivela la Kenosis, il suo svuotamento, per riempirci con la sua grazia.

© Parrocchia S. VIttore Martire
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